Vinitaly, mezzo secolo di storia guardando al futuro

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Vinitaly, mezzo secolo di storia guardando al futuro
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Vinitaly, mezzo secolo di storia guardando al futuro

di Marco Savino

Numeri record, quelli della prossima edizione del Vinitaly, l’edizione numero 50 (presso Veronafiere dal 10 al 13 aprile) potrà contare su oltre 4.100 espositori e oltre 100mila metri quadrati espositivi, cifre che ne fanno la prima fiera mondiale del settore vitivinicolo.

Per il 2016 Veronafiere ha investito 8 milioni di euro per aumentare il già alto tasso di internazionalità di Vinitaly, potenziando l’incoming, in particolare da paesi target come: Germania, Austria, Svizzera, Gran Bretagna, Paesi Scandinavi, Polonia, Nord America, Russia, Giappone e Cina.

Nel 2015 l’export vinicolo italiano ha superato i 5,4 miliardi di euro, in crescita del 5,4% sul 2014. Si tratta di un nuovo traguardo per il comparto, da mantenere e consolidare in vista dell’obiettivo dei 7,5 miliardi di euro di esportazioni nel 2020, come indicato dal Premier Renzi in occasione di Vinitaly 2014. “Per raggiungere questo risultato – ha spiegato Maurizio Danese, presidente di Veronafiere – è necessario che tutti gli attori agiscano in una logica di rete. La stessa che Veronafiere ha costruito negli anni a servizio del business internazionale e che ha portato il Governo italiano a riconoscere in Vinitaly una piattaforma b2b strategica per il comparto vinicolo nazionale, attraverso il suo inserimento nel Piano di promozione straordinaria del made in Italy”.

Giunto alla cinquantesima edizione, Vinitaly rappresenta infatti un evento che si è affermato come uno dei brand fieristici più conosciuti a livello internazionale e racconta 50 anni di storia dell’Italia, che proprio attraverso il vino ha saputo farsi conoscere e apprezzare nel mondo.
L’edizione 2016 vedrà la partecipazione di numerosi espositori internazionali, sia nel padiglione Vininternational dove sono presenti i più importanti paesi produttori come Spagna, Georgia, Azerbaijan, Australia, Serbia, Svizzera, Gran Bretagna, Francia, Cina, Portogallo e Argentina, sia nei saloni Vinitalybio e Vivit.

In questo contesto Vinitaly International Academy assume un ruolo fondamentale, perché quando il mercato puntava sui vitigni internazionali, Vinitaly ha creduto nella forza espressiva del Vigneto Italia fatto di oltre 500 varietà autoctone, contribuendo a promuoverla su tutti i mercati. “La più grande biodiversità al mondo, però, va anche spiegata, per non ingenerare confusione in un importatore o in un consumatore straniero. In questo senso il business non può prescindere dalla cultura del prodotto e proprio per questo dal 2014 è nata VIA – Vinitaly International Academy. Ad oggi – ha affermato Ian D’Agata direttore scientifico di VIA – abbiamo certificato, attraverso i nostri corsi, tre esperti e 29 ambasciatori del vino italiano, che contribuiranno a creare attorno a Vinitaly una vera community globale”, che aiuterà a promuovere la conoscenza del vino italiano nel mondo.

Se Vinitaly guarda avanti, non dimentica però la sua storia. Ad Angelo Betti, che nel 1967 ebbe l’intuizione di lanciare Vinitaly, Veronafiere intitola da quest’anno il Premio Benemeriti della Vitivinicoltura, che dal 1973 viene assegnato ai grandi interpreti del mondo enologico italiano.

 

 

Vinitaly_2015

 

ministro Martina

 

Credits: Foto Ennevi-Veronafiere

0 0 1556 02 Aprile, 2016 Flash News 2 Aprile, 2016

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Si occupa di fotografia, grafica e progetti di comunicazione per il motorsport, viaggi avventura, food&drink. Sommelier per passione, nel tempo libero si dedica alla cura della vigna.

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